Il positivismo in letteratura si riferisce a un movimento culturale e filosofico che ebbe origine nel XIX secolo e che sosteneva l'importanza della scienza, della razionalità e dell'osservazione empirica nella comprensione del mondo. Questo approccio si rifletteva anche nella letteratura, dove gli scrittori positivisti si concentravano sull'accurata descrizione della realtà e sull'analisi dei fatti sociali e psicologici.
Gli scrittori positivisti tendevano a mostrare la realtà in maniera obiettiva e ad evitare l'idealizzazione, il sentimentalismo e il romanticismo presenti in molte opere letterarie precedenti. Tra i principali esponenti del positivismo letterario si possono citare Émile Zola in Francia, Giovanni Verga in Italia e Charles Dickens in Inghilterra.
Le opere degli scrittori positivisti spesso affrontavano tematiche sociali e politiche importanti, come le condizioni dei lavoratori, la corruzione politica, la povertà e l'ingiustizia sociale. Questi scrittori cercavano di promuovere la conoscenza scientifica e morale come mezzi per migliorare la società e l'individuo.
In conclusione, il positivismo letterario ha avuto un impatto significativo sulla letteratura del XIX secolo, portando ad una maggiore attenzione alla realtà empirica e alla critica sociale.
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